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mercoledì 26 novembre 2008

La Starna (Perdix perdix)

Classe: Uccelli
Famiglia: Fasianidi
Genere: Starna

Originaria della Steppa, immigrata nelle nostre zone coltivate dove era frequente incontrarla nei campi e prati aridi.
In Italia l'ambiente che meglio le consente di vivere e riprodursi è abbastanza localizzato: Piemonte a sud del Po, Appennini settentrionali e centrali fino in Toscana.
La starna era presente anche in Valpadana, Umbria, Maremma, Marche e Lazio ma, le mutate condizioni dell'ambiente (agricoltura intensiva o, all'opposto, abbandono dei terreni collinari, caccia, inquinamento) ne hanno decretata in alcune zone anche la scomparsa.
La sua eventuale presenza è dovuta, talvolta, a "maldestri" ripopolamenti annuali che quasi sempre sono del tutto negativi, soprattutto se effettuati in febbraio-marzo.
La scomparsa di idonei habitat, e qui mi riferisco alla Provincia di Genova (Italy) ove risiedo, rende inutili eventuali tentativi di reintroduzione di brigate di starne allo scopo di ripopolare "naturalmente" i territori circostanti. Si consideri inoltre che gli animali immessi, nati in incubatrice, allevati a mangime, trattati con antibiotici, al momento dell'immissione sul territorio hanno pochissime possibilità di scampare alla fame ed ai nocivi.

LA STARNA E LE STAGIONI

Per ogni stagione uno stile di vita!
A marzo si formano le coppie, ed essendo monogame, resteranno unite fino alla scomparsa di uno dei partner.
Scelto il luogo ove nidificare, delimitano il territorio scacciandone gli intrusi.
La femmina depone le uova nel nido, sito in una piccola conca nel terreno e foderato d'erba o fieno, in numero da 8 a 15. Vengono incubate da 23 a 25 giorni ed i pulcini sgusciati sono vivacissimi e precoci, la loro permanenza nel nido è di poche ore: giusto il tempo per "prender forza". Subito al seguito dei genitori per lezioni di vita, non facile, poichè tanti sono i nemici di questo uccello.
In caso di pericolo, la madre si finge ferita e si fa inseguire dall'assalitore allontanandolo dalla brigata, per tornare dai piccoli quando il nemico è distanziato.
Le brigate, compatte, in caso di sbrancamento si chiamano con insistenza fino al ricongiungimento del gruppo.
La starna, pur essendo granivora, non disdegna vermi, insetti, lumachine e piccoli frutti. Raramente beve, le basta la rugiada che raccoglie dall'erba.
A settembre:
"passano la notte fra i culmi de' grani, in ottobre esse dormono nei campi arati, il primo chiarore dell'alba nascente le desta; la loro testicciola esce da sotto l'ala che la ricopriva; esse scuotono le loro piume arruffate, si chiamano a vicenda e le vicine compagne rispondono" (Ghidini)

MASCHIO O FEMMINA?

I sessi si distinguono per una macchia color cioccolato a forma di ferro di cavallo, presente nel ventre dei maschi adulti.
Il piumaggio, per ambo i sessi, è nella parte superiore bruno rossiccio su dorso e sovraccoda. Tinta bianco-fulva su scapolari e copritrici alari. La testa bruna, striata di brunastro, petto grigio con variegature nere e marroni, addome bianco, zampe grigio-brune.

PER CONCLUDERE... "La smorfia"...

Sognare una starna: desideri irrealizzabili. Numeri della cabala: 58 - 81
Sognare molte starne: felicità. Numero: 36.
... Sogni d'oro a tutti!!





Scatti delle immagini effettuati in Valbisagno (Genova - Italy) Novembre 2008

mercoledì 12 novembre 2008

english setter ... il Re del vento!



Le origini
Diverse sono le ipotesi sulle origini del setter inglese.Le caratteristiche riscontrabili ancor oggi nella razza furono date al setter dagli inglesi. Dall'opera di ricerca, selezione ed allevamento alla quale si dedicò nel 1800 l'allevatore Sir Edward Laverack , si ha la nascita della razza del setter inglese "Setter Laverack". In Italia la razza fu ulteriormente perfezionata e fissata da illustri ed abili allevatori tanto che i nostri setter sono oggi i migliori nel mondo.

 
Caratteristiche fisiche
Robusto ma non pesante elegante armonioso.
Testa dolicocefala lunga, asciutta e leggera con stop ben pronunciato.
Il cranio è ovale tra gli orecchi, con protuberanza occipitale ben marcata.
Collo ben muscoloso e magro, leggermente arcuato nella parte mediana superiore, congiunzione con la testa nettamente marcata, orecchie attaccate in basso, occhi grandi, brillanti, dolci, espressivi e intelligenti in posizione semilaterale di colore nocciola scuro il più possibile, l'arcata sopraccigliare nettamente separata dalla fronte, le palpebre ben aderenti al bulbo oculare, colore del margine marrone o nero.
Coda inserita grossa e robusta alla radice va diminuendo verso la punta ,di media lunghezza, leggermente incurvata o a scimitarra.
Gli arti sono solidi e dotati di buona muscolatura. Il dorso è corto e orizzontale, il rene largo, leggermente inarcato, forte e muscoloso. 
Pelo fine setaceo stirato circa 5/6 cm, raso sulla testa ad eccezione della faccia esterna del padiglione orecchie, ed ai lati dell'avambraccio, del tarso e metatarso.
Il tronco sta nel rettangolo.
Manto bianco e nero (blu-belton) bianco arancio (lemon belton) bianco marrone (liver belton) tricolore (bianco a macchie nere e focature), le moschettature possono essere più o meno numerose e le macchie più o meno grandi, la pelle sottile e ben aderente al corpo in ogni regione.
       Carattere e comportamento
Dolcissimo, sensibile, intelligente e socievole.
Andatura in caccia al gran galoppo (spigliato) elegantissimo e rapido ma non impetuoso. Portamento di testa e di naso alto, ma non in modo costante e rigido.
Fermatore solido con attitudine al recupero e riporto.
Sempre attivo e vigoroso
Taglia: 56-62 cm al garrese il maschio; 54-60 la femmina.
Peso da 20 a 30 kg.




Le foto pubblicate sono del mio setter inglese Kim, oggi quattordicenne!

martedì 11 novembre 2008

Piumetto rosso... io lo chiamo così!

   Il suo nome è in realtà "callistemon speciosus", ma a me piace chiamarlo piumetto rosso per i suoi rossi pennacchi che fioriscono alla sommità dei rami.
E' un arbusto di provenienza australiana appartenente alle mirtacee che, per la sua rusticità, può abbellire il nostro giardino in cambio di pochissime attenzioni.


L'ho comprato tre anni fa e da allora mi ha regalato una fioritura dopo l'altra.  In primavera ed estate i fiori sono abbondanti ma anche in inverno, quando il giardino è spoglio, i suoi piumetti rossi rallegrano gli occhi con un tocco colorato...

...Come ben descrive questa foto dove i fiori sono spruzzati di neve:
La foto "innevata" ci mostra che la rusticità di questa pianta ben sopporta anche temperature rigide.
Appena la temperatura si fa più mite api e bombi si affaccendano su queste soffici corolle che, considerato il continuo viavai, ritengo siano ricche di nettare!

 Alla caduta dei petali compaiono sullo stelo dei piccoli frutti sferici, che al tatto emanano un aroma simile all'eucalitpo.


                                                                     Eccoli:...



Immagini scattate a Bargagli (Valbisagno-Genova) mt.750slm
        
                           





sabato 18 ottobre 2008

Funghi : meraviglie del bosco...





  In autunno il bosco cambia abito: si spoglia del verde intenso ed indossa una moltitudine di colori, dal giallo pallido al rosso sgargiante, ricopre il suolo di un folto tappeto di foglie che siamo soliti definire "morte".

.
                                                    In relatà, degradandosi, contribuiscono ad arricchire il terreno di sostanza organica essenziale per la nascita e lo sviluppo di nuova vita, quindi la loro morte non avviene invano...In questa stagione il bosco non riposa... anzi! E' il periodo in cui, furtivamente e silenziosamente nel sottobosco si manifestano prodigiose forme: i funghi!
Quanto pubblico oggi, riguardo al Regno fungi,  spero sia l'accenno di un argomento a cui vorrei dedicarmi nel particolare.
  





venerdì 17 ottobre 2008

Genova - entroterra: Bargagli

La Strada Statale 45 può considerarsi una delle maggiori arterie dell'entroterra genovese: sale al colle della Scoffera, attraversa Torriglia, Gorreto, Ottone e Bobbio per sfociare nella piana di Piacenza. Lungo il primo tratto del suo itinerario si incontrano Bargagli e le sue frazioni. Il nome del paese deriva dal monte alle sue spalle: Croce di Bragalla, mt.864slm. La più antica testimonianza di Bargagli si trova nelle parole del Vescovo di Genova Raperto nel 916, quando parlando ai cugini Giovanni e Michele disse:"que posite sunt in finibus Bargalina". Il paese iniziò il proprio cammino civile con le strade percorse da viandanti e mercanti, ne rimane testimonianza nella "Strada del Sale" verso la Fontanabuona e l'Emilia. Nei primi anni del '600, Bargagli faceva parte della Podesteria del Bisagno, e nelle sue terre incominciava una formazione civile più consona ai dettami amministrativi assegnati alle comunità dell'entroterra dalla Repubblica della Grande Genova. Bargagli è investito dell'autorità comunale nel 1825, a questa data ci riportano i documenti. Contemporaneamente e a seguire negli anni, sul territorio rurale Bargaglino abbondano buoni pascoli, si svolge attività agropastorale e vengono prodotti frumento, patate, piselli, castagne, meliga, ortaggi in genere, uva ed altri frutti. All'epoca operava il "mercato", come attualmente testimoniato dalla omonima frazione. A seguire occorre citare anche le attività di vari artigiani: setaioli, tessitori, osti, fabbri, barilari, falegnami, muratori, calzolai, ecc. Occorre inoltre accennare alle cave per l'estrazione di calce, pietre ed ardesie. Ad oggi il comune di Bargagli è composto dei seguenti gruppi urbani: in Val Lentro troviamo La Presa, Viganego, Terrusso, e Cisiano. Poi Traso e Maxena situata a breve tratto dal belvedere di Sant'Alberto. Le colture agricole sono ormai ridotte ad orti per uso familiare, la bella natura forse un pò trascurata ma pur sempre bella, il silenzio ed i preziosi paesaggi sono una componente di questa antica comunità.

Alcuni numeri: Altitudine 450m slm, abitanti oltre 2600, superficie 16Kmq, distanza da Genova centro: 20Km

venerdì 10 ottobre 2008

Farfalla cavolaia (pieris brassicae)






(Pieris brassicae) Cavolaia è il nome comune usato per indicare varie specie di farfalle bianche i cui bruchi si nutrono delle foglie delle piante, in particolare sono ghiotti di quelle del cavolo. Questa pianta secerne una sostanza che attrae queste farfalle. La cavolaia deposita le uova sulle foglie, in modo che le larve trovino cibo di che nutrirsi. Il fogliame delle piante infestato dalle larve è tossico per gli animali. In tutta Europa e in Nord America si contano una dozzina di specie di cavolaia. la più dannosa è la specie europea Pieris rapae. La farfalla con un'apertura alare di circa 3 cm è bianca e giallo pallido; le ali della femmina hanno due macchie nere. Fra le specie europee, Pieris brassicae è estremamente comune in giardini,campi ed orti della penisola italiana.
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